Molto spesso la naturale “discesa” della mammella con il tempo si accompagna ad un graduale svuotamento. Molto spesso questo fenomeno è prodotto dall’allattamento o da importanti dimagrimenti.
L’intervento di mastopessi con protesi si propone di ridurre l’eccesso cutaneo, riportare la mammella ad una forma giovane e aumentare il volume con una protesi.
Le protesi utilizzate possono essere rotonde o anatomiche e valgono le stesse considerazioni dell’intervento di mastoplastica additiva.
Quello che cambia rispetto all’aumento semplice è l’incisione, mirata a correggere il difetto. A seconda del diverso grado di ptosi è possibile praticare un’incisione differente. Attraverso tale incisione viene posizionata anche la protesi:
- Periareolare: viene generalmente indicata in caso di ptosi di grado lieve-moderato. Consiste nell’elevazione della posizione del complesso areola-capezzolo e della ghiandola attraverso un’incisione attorno all’areola (detta per questo peri-areolare). Attravers
- Cicatrice verticale (secondo Lejour). Questa tecnica viene adottata per mammelle con un grado medio di ptosi.
- T invertita. Questa tecnica è indicata per lo più in caso di ptosi di grado severo con grande eccesso cutaneo. Consente un rimodellamento della mammella di grado superiore ma necessita, rispetto alla tecnica di mastopessi a cicatrice verticale, anche di una cicatrice orizzontale che viene posta a livello del solco sottomammario.
Il posizionamento della protesi in questo intervento non è mai sottomuscolare in quanto risulterebbe troppo alta. La protesi viene quindi posizionata in sede sottoghiandolare o dual-plane. Vediamo queste due modalità in dettaglio:
Posizionamento sottoghiandolare: la protesi viene posizionata sopra il muscolo e dietro alla ghiandola. Il risultato è naturale, il post-operatorio è meno doloroso. Questa tecnica non può essere applicata in mammelle in cui vi sia una buona rappresentazione della ghiandola e la pelle non sia eccessivamente sottile.
Posizionamento dual-plane: la protesi viene posizionata sotto il muscolo nella sua porzione superiore e lasciata sotto la ghiandola in quella inferiore. In questo modo il profilo superiore della protesi è camuffato e poco visibile grazie al muscolo pettorale che la ricopre nella parte superiore. Nella parte inferiore invece la mammella risulta piena e naturale. Questa modalità è più adatta alle mammelle medio-piccole o con cute molto sottile.
Il periodo post-operatorio
Nel periodo post-operatorio la paziente dovrà indossare un reggiseno contenitivo per 21 giorni dall’intervento chirurgico. E’ possibile che in alcuni casi si scelga di mantenere in sede dei drenaggi, costituiti da tubicini in morbido silicone, che vengono solitamente rimossi in ambulatorio 4-7 giorni dopo l’intervento chirurgico.
La paziente può ritornare alla propria attività lavorativa dopo 7-10 giorni dall’intervento chirurgico. L’attività fisica può essere ripresa nella maggior parte dei casi tra le 3 e le 4 settimane dopo l’intervento.
Subito dopo l’intervento i tessuti sono gonfi (si parla di edema tissutale) e ritornano alla normalità nell’arco di circa 30 giorni. Inoltre la ghiandola, laddove questa subisca l’intervento di pessi, si assesta in circa 6 mesi. Sebbene quindi le cicatrici guariscano in 2-3 settimane dall’intervento, il risultato si potrà apprezzare dopo circa 6 mesi.
Risultato
La mastopessi con protesi non ferma il fenomeno di ptosi delle mammelle. Il risultato non può essere definitivo perché la gravità continuerà a fare il suo corso anche dopo l’intervento. Si può comunque affermare che il risultato sarà soddisfacente e le mammelle manterranno la morfologia data dall’intervento per circa 3-6 anni (a seconda del tipo di mammella e di intervento effettuato).
Oscillazioni del peso corporeo potranno modificare la forma della mammella ottenuta con l’intervento.